Coronavirus e maschere
Coronavirus e mascherine:
Il consiglio/obbligo di indossare le mascherine non tiene conto delle normative vigenti riguardante il loro utilizzo, essendo dispositivi di lavoro. Queste limitano il tempo di utilizzo e l’uso in persone con patologia cardio-respiratorie. L’inosservanza delle normative la mancata informazione dei rischi derivanti dal loro uso crea un grave danno alla salute pubblica.
Le mascherine attualmente indossate in occasione del coronavirus, si distinguono principalmente in due categorie.
- mascherine chirurgiche, che servono per proteggere le persone al contatto col chirurgo e dei suoi liquidi biologici, che potrebbero essere espulsi per via orale per l’aria in uscita (espirazione) parlando coll’equipe operatorio. Non servono per proteggere la persona che la indossa, perché l’aria in entrata (ispirazione) viene filtrata solo in maniera insignificante.
- mascherine di protezione (ad es. FFP1, 2 ecc.), che proteggono la persona, che li indossa, dalla inalazione di agenti patogeni presenti nell’aria tramite la filtrazione dell’aria in entrata. Questi vengono impiegati nel mondo di lavoro (vernicatori, medici ecc.) quale protezione verso agenti esterni nocivi di varia natura.
L’uso di entrambi i tipi di mascherine, anche quelle fatte a casa tipo fai da te (community masks), non è privo di effetti collaterali, paragonabili nei due tipi. Direttive per i lavoratori riguardanti le mascherine limitano il loro l’uso (ad es. FFp1) a 75 minuti continui, dopo 30 minuti di pausa, 5 volte in una giornata, e solo per 4 giorni lavorativi. Lavoratori con patologie cardio-respiratorie non possono eseguire mansioni sottoposte all’obbligo di mascherine.
A tale proposito in data 28/05/2020 sul sito del governo veniva pubblicato il Report ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) sull’uso delle mascherine facciali. Questo precisa, che le raccomandazioni sull’uso delle mascherine facciali nella comunità dovrebbero tenere attentamente conto delle lacune delle prove di efficacia, della situazione dell’offerta e dei potenziali effetti collaterali negative. Precisano inoltre che per il supporto dell’uso di mascherine non mediche come mezzo di controllo della fonte di infezione esistono solo evidenze scientifiche indirette e limitate
Con questa pubblicazione il sito del governo, oltre indicare nessun effetto scientificamente dimostrato (lacune di prove di efficacia), indica potenziali effetti collaterali negative. Sulla situazione della offerta sorvoliamo.
Anche il Robert Koch Institut (in occasione della epidemia aviaria del 2003-2009 con 397 morti complessivi al mondo) consigliava l’uso delle mascherine durante periodo di influenza generale esclusivamente per i malati quelle chirurgiche (se il paziente le tollerava a causa dei suoi problemi respiratori. Note dell’autore: indicazione priva di evidenza scientifica) e per il personale medico quelle di protezione di vario potere filtrante in relazione alla esposizione durante questa epidemia. Mai nessun cenno fu fatto in relazione ad un obbligo generale delle mascherine.
Tutto questo perché i danni sulla salute causate dalle mascherine sono per vari motivi:
- Compromissione della meccanica polmonare, molto critica per persone sia sane ma particolarmente per persone con problemi cardiorespiratori, per bambini e specialmente per donne incinte, aumentando il lavoro respiratorio per due parametri,
- Il volume respiratorio corrente viene aumentato del 50%. Il volume respiratori corrente (aria ispirata/espirata) è circa500 cc., di cui 350 cc. partecipano allo scambio respiratorio, mentre 150 cc sono dovuti allo spazio anatomico morto che è determinato dal volume delle vie aerea. La mascherina aumenta il spazio morto di circa 250 cc., per cui il lavoro respiratori aumenta del 50%.
- Il lavoro respiratorio pressorio viene aumentato quasi di 20 volte:
Il lavoro respiratorio equivale in situazioni fisiologici ad un lavoro pressorio di 0.5kPa. Le mascherine, per poter filtrare aumentano tale lavoro anteponendo una resistenza alla respirazione in relazione alle dimensioni delle sostanze da filtrare fino a 7 kPa (nel caso della FFP3). Il Coronavirus avendo un diametro di poco superiore di 100 nm, richiede una mascherina con elevata capacità filtrante (FFP3). L’utilizzo di tale mascherina induce una resistenza alla respirazione paragonabile ad una broncopatia ostruttiva, che a lungo andare comporta l’enfisema polmonare con conseguenze molto gravi per la salute. Pertanto in persone con preesistenti patologie respiratorie e per bambini e specialmente per donne incinte le mascherine costituiscono una controindicazione assoluta.
- Compromissione della clearance polmonare:
Come clearance in generale viene indicato la capacità di un organo di eliminare sostanza nocive. Il nostro organismo dispone di quattro vie di eliminazione: le urine, le feci, la traspirazione e la respirazione. Bloccando o riducendo una di queste vie di eliminazione l’organismo è destinato a risentirlo anche in maniera grave. Usando le mascherine l’aria espirata non può disperdersi immediatamente in un volume di distribuzione infinita (l’ambiente esterno), ma viene trattenuta e successivamente di nuovo inspirata. Pertanto viene alterato l’equilibrio di eliminazione di sostanze nocive con tutte le conseguenze che vanno dalla irritazione delle labbra attraverso infiammazione del cavo orale fino a polmoniti gravi.
Le attuali disposizioni di utilizzo di mascherine non tengono conto della potenziale pericolosità derivante dalle mascherine a tutti senza alcun supporto scientifico. Le persone non si rendono spesso conto dei effetti su di loro quale respiro corto, mal di testa, malessere generale, insonnia notturna per sovraccarico respiratorio di giorno, congiuntiviti ecc. Non c’è una informazione circa i rischi e le controindicazioni legati all’uso delle mascherine, dov’è il famoso consenso informato? I diritti dei lavoratori per quanto riguarda la salute sul posto di lavoro vengono trascurati, commesse vengono obbligate di indossare questi dispositivi senza motivo per ore interminabili. I bambini vengono indirizzati all’asma bronchiale, persone con malattie preesistenti vengono ulteriormente depressi a non parlare delle donne incinte con il rischio per il loro bambino, che deve ancora nascere.
Tutto questo senza alcuna prova pure minima di efficacia su base scientifica.
Bibliografia:
https://publikationen.dguv.de/regelwerk/dguv-regeln/1011/benutzung-von-atemschutzgeraeten
https://www.pharmazeutische-zeitung.de/ausgabe-122006/maske-ist-nicht-gleich-maske/
Leggi l’articolo in lingua inglese :